Non è facile raccontare la morte, la paura, il terrore, la malattia, la distruzione di un mondo, l’annullamento dei rapporti sociali. Non in astratto, in concreto. E questo difficile compito è riuscito, da cronista rigoroso ed equilibrato – disincantato il giusto e distaccato quanto si deve – ma anche capace di non spegnere la drammatica realtà, a Giuseppe Spatola in La Storia del Coronavirus a Bergamo e Brescia. Il libro (160 pagine, 12.90 euro), pubblicato da Typimedia Editore, è stato scritto in presa diretta da chi ha messo nero su bianco – inviato di Bresciaoggi e un passato al Corriere della Sera – centinaia di articoli sugli effetti della pandemia, sulla disperazione, sulle famiglie coinvolte, sulle bare, le cremazioni, sulla dissoluzione di ogni certezza. Sulle tante storie dirette e indirette del Covid, quelle che piacciono tanto ai media verrebbe da dire, ma che Spatola ha descritto con stile asciutto trattenendo la sofferenza personale e la voglia di fuggire da un inferno. Un libro da leggere tutto d’un fiato. #rassegnalavoroit
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